Vacanza di prossimità? Vacanza outdoor? Allora vacanza in camper?

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Gaeta-bandiera blu |
Per arrivarci basta salire per poco più di un Kilometro dalla spiaggia di Serapo, lungo via Munanzio Planco, percorribile anche a piedi. Lungo la strada c'è un ampio parcheggio, che funge anche da area di sosta per camper che, benchè non attrezzata, offre l'opportunità di restare uno o due giorni a Gaeta, attualmente al costo di Euro 15 al giorno.
Se siete interessati alla vacanza in camper, leggete anche il precedente post.
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Parco Urbano del Monte Orlando |
Poco più avanti c'è anche un piccolo terrazzo panoramico, con pochi posti auto a parcheggio gratuito (max 2 ore), dal quale si gode una bellissima vista sulla spiaggia di Serapo.
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Montagna spaccata- parcheggio |
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Spiaggia di Serapo-Gaeta |
Salendo pochi passi, ad accoglierci all'ingresso della montagna spaccata c'è il Santuario della SS. Trinità, costruito nel XI secolo dai monaci benedettini nei pressi delle rovine dell'antica villa del console romano Lucio Munazio Planco, la cui facciata è stata poi ammodernata in epoca tardo-barocca alla fine del XVII secolo. Nel Santuario nel corso dei secoli hanno pregato pontefici, sovrani, e santi, tra cui Papa Pio IX, Bernardino da Siena e San Filippo Neri.
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Gaeta- Accesso Santuario SS. Trinità |
Subito alla sua destra c'è la Via Crucis, rappresentata in un enorme quadro in maiolica e in singole stazioni, anch'esse in maiolica, realizzate nel 1849 da Raimondo Bruno, sulle quali sono presenti versi del Metastasio. Da qui si imbocca la prima discesa nella montagna, giungendo alla piccola cappella di San Filippo Neri.
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via crucis |
Continuando a scendere, ecco la "mano del turco", un'impronta formatasi nella roccia: secondo la leggenda, un turco, che non credeva alla causa divina della spaccatura della montagna, vi appoggiò la mano, e fu allora che la roccia si sciolse e ne lasciò l'impronta. La scritta dice: "Un incredulo si rifiutò di credere ciò che la tradizione riferisce, lo prova questa roccia rammollitasi al tocco delle sue dita".
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Mano del turco |
Poco più giù siamo giunti al "letto di San Filippo Neri", in realtà un giaciglio roccioso dove, secondo la leggenda, il Santo soleva riposare dopo aver pregato e meditato a lungo nelle viscere della montagna.
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Il letto di San Filippo Neri |
Infine, siamo entrati nella Cappella del Crocifisso, costruita su un grande macigno che, a causa di un terremoto, si era staccato dalla cima della montagna e si era conficcato in una delle fenditure. Da questa cappella si sale su un terrazzo panoramico circolare, che si affaccia direttamente sul mare, offrendo alla vista uno spettacolare contrasto tra le pareti rocciose della montagna e lo squarcio di turchese e di azzurro che unisce cielo e mare.
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Cappella del crocifisso |
Dopo una piccola preghiera al Santuario, avremmo potuto dedicarci alla discesa nell'altra fenditura della montagna, posta alla sinistra del santuario e nota come "grotta del turco". Essa scende nelle viscere della montagna per poco meno di 300 gradini, per giungere fino al mare scrosciante tra le rocce, regalando uno spettacolo suggestivo. Purtroppo la grotta, che già da qualche tempo era accessibile solo per 60 gradini a causa del pericolo di crolli, attualmente è del tutto chiusa.
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Grotta del Turco |
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Mappa dei sentieri, dal sito "Parchilazio.it” |
Ma l'aspetto più suggestivo si ha prima intravedendo gli scorci di mare, poi la piena vista del golfo che si spinge fino alle isole Ponziane o addirittura fino ad Ischia.
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panorama dal Monte Orlando |
Godiamoci uno scorcio della natura: |
Il percorso è in parte alberato, non è particolarmente impegnativo e la pendenza non è eccessiva, tuttavia è meglio non affrontarlo nelle ore più calde della giornata e soprattutto munirsi di scarpe comode, abbigliamento adatto e acqua (magari anche la merenda 😋). Inoltre occorre fare attenzione agli avvisi di sicurezza disposti lungo il tragitto, che sostanzialmente indicano le zone estreme, esterne ai sentieri, con pericolo di frane. |
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